Please use this identifier to cite or link to this item: http://hdl.handle.net/11144/5324
Title: Abitare la grotta: un monastero di clausura nella Serra da Arrábida
Authors: Grosso, Pasqualino
Advisor: Mateus, Francisco Xavier Rocha de Aires
Carneiro, Marta Sequeira
Keywords: Serra da Arrábida
Carmelitane Scalze
Stereotomia
Caverna
Issue Date: 20-Dec-2021
Abstract: Questo studio si svolge in uno dei più suggestivi paesaggi portoghesi, la Serra da Arrábida, situata sulla riva nord dell’estuario del fiume Sado, nel comune di Setúbal. Il suo territorio consiste in uno spazio naturale di singolare importanza, ma altrettanto ricco di monumenti derivanti dall’occupazione dell’uomo nel corso di migliaia di anni: le grotte. Dalla loro scoperta, questi spazi scavati hanno aggiunto al patrimonio della Serra da Arrábida una ricchezza ancestrale e una nuova dimensione. Un viaggio all’interno del mondo sotterraneo — alternato da luce e tenebre — ci riporta a mondi antichi. Finora siamo a conoscenza dei resti archeologici identificati in questo territorio grazie alla Carta Archeologica di Arrábida, elaborata dall’equipe della Facoltà di Belle Arti di Lisbona e dal comune di Setúbal. Tramite questa investigazione, si vuole aggiungere un’analisi architettonica a questo sito. L’obiettivo è comprendere come questi spazi — prime abitazioni dell’uomo — possano, sotto vari punti di vista, influenzare ed essere parte integrante dell’architettura contemporanea. Questo approccio, intende ampliare un tema tradizionalmente osservato da un punto di vista esclusivamente archeologico, portandolo nell’immaginario e nel discorso architettonico contemporaneo. La caverna è l’ideale primitivo dell’architettura scavata, dove l’egemonia dello spazio interno nasce dalla materializzazione di un limite. L’architettura delle caverne, corrispondente a una sorprendente libertà di modellazione dello spazio abitato, ottenuta attraverso la sottrazione di massa, riflette il concetto di stereotomia. Lo spessore massiccio che circonda la grotta — costituito da un unico materiale, presente nell’ambiente naturale — acquista dunque valore. Nell’architettura contemporanea, a sua volta, la stereotomia viene nuovamente esplorata, anche se in modo puramente concettuale. Questa ricerca nasce dallo studio della caverna, e ad essa ambisce a fare ritorno, assimilando alcune nozioni necessarie, al fine di immortalarle all’interno di questo luogo misterioso. Partendo da un concetto radicale di grotta, nasce l’idea di un monastero di clausura, immerso nel paesaggio montuoso e lussureggiante di Arrábida. Il progetto è concettualmente scolpito nella scogliera, in una posizione particolarmente estrema tra la costa e l’oceano. Oltre all’edificio principale, si propone la rioccupazione delle grotte del Deserto di Arrábida come eremi per il ritiro spirituale e individuale delle monache di clausura. Come alle origini dell’Ordine Carmelitano, questa riflessione su un nuovo modello prende spunto dall’immagine del profeta Elia — quando si stabilì in una grotta, sul Monte Carmelo, per seguire una vita di preghiera e di silenzio — e assume la grotta come uno spazio radicale. Il tema della grotta viene dunque analizzato attraverso due punti fondamentali: la rioccupazione delle grotte esistenti come eremi e la grotta come ideale dell’architettura stereotomica. In conclusione il monastero assume il fascino di una città perduta, aspirando al senso spaziale di una caverna sacra.
URI: http://hdl.handle.net/11144/5324
Thesis Degree: Dissertação de Mestrado em Arquitectura
Appears in Collections:DA - Dissertações de Mestrado

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