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dc.contributor.advisorMateus, Francisco Aires-
dc.contributor.advisorMoreno, Joaquim-
dc.contributor.authorToccolini, Andrea Federico-
dc.date.accessioned2016-06-22T16:07:18Z-
dc.date.available2016-06-22T16:07:18Z-
dc.date.issued2016-05-03-
dc.identifier.urihttp://hdl.handle.net/11144/2646-
dc.descriptionDissertação de Mestrado em Arquitectura. Universidade Autónoma de Lisboapor
dc.description.abstract“la natura è ciò che la cultura designa come tale” Il territorio è il risultato di diversi processi di trasformazione: da un lato è soggetto all’ incessante azione dei fenomeni della natura, immutabile, dall’ altro viene trasformato dall’ uomo, sin dall’ antichità, secondo le proprie necessità ed i suoi bisogni. Il territorio è dunque il palinsesto delle tracce del passato, di un susseguirsi di linguaggi che si sono sovrapposti nel corso del tempo; è una costruzione stratigrafica che risponde alle diverse fasi dello sviluppo dell’ uomo. Ne risulta però difficile una lettura continua, una comprensione totale: il territorio è un prodotto artficiale i cui testi, intesi come linguaggi, si stratificano riscrivendosi su se stessi, come nell’ accezione filologica del palinsesto inteso come pagina manoscritta che è stata scritta, cancellata e scritta nuovamente dove la comprensione del testo antico era, nel piu dei casi, ormai impossibile. Il primo intento del lavoro di tesi è di trovare un percorso di contininuità, inteso come possibilità di lettura, del territorio e della città come palinsesto, più specificatamente come sovraccarico dei testi; di fatti il lavoro cerca ed indaga la continuità tra i vari livelli (stratigrafici) dell’ ipertesto attraverso lo studio delle permanenze, intese come quegli elementi che grazie alla propria capacità di adattarsi alla trasformazione del territorio e della città ne accompagnano e influenzano lo sviluppo, rappresentando gli elmenti decodificatori che permettono di muoversi tra i vari livelli dell’ ipertesto e ne garantiscono la lettura. Nella trattazione del tema si è scelto di confrontarsi con quanto espresso nell’ “Architettura della città” di Aldo Rossi, considerando la stessa come permanenza, ovvero come tema che, a cinquanta anni dalla sua prima pubblicazione, si è imposto come elemento di continuità nella comprensione dell’ argomento. Le permanenze, grazie alla capacità di trasformarsi e adattarsi, così come depositari della memoria delle trasformazioni, rappresentano la condizione di continuità nella storia della città e costituiscono l’elemento in cui l’uomo può identificarsi e ritrovare il suo essere parte della storia dell’uomo; infatti attraverso i segni del proprio passato l’ uomo stesso si identifica come parte di un processo storico, in continua evoluzione. La coscienza dell’uomo è data dalla consapevolezza di sé e del suo passato. Infine l’intento del lavoro, una volta compreso il processo di continuità come lettura della città quale palinsesto, è stato quello di comprendere quale sia il significato dell’inserimento nel territorio delle permanenze e come dare continuità a tale processo di trasformazione. Senza trasformazione non vi è continuità.por
dc.language.isoitapor
dc.rightsopenAccesspor
dc.subjectContinuitàpor
dc.subjectpalinsestopor
dc.subjectpermanenzepor
dc.subjecttrasformazionepor
dc.subjectmemoriapor
dc.titleCONTINUITÀ - Lettura ed interpretazione del territorio come palinsestopor
dc.title.alternativeHabitar Alcácer do Sal - La trasformazione della Praça de Touros João Branco Núnciopor
dc.typemasterThesispor
dc.peerreviewednopor
thesis.degree.nameMestrado integrado em Arquitectura-
dc.identifier.tid201244152-
Aparece nas colecções:DA - Dissertações de Mestrado

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